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Commento della 12° Giornata di Serie A 2024-25 di Stefano Olivari | LeoVegas

La Serie A 2024-25 dopo la dodicesima giornata

11 Novembre 2024 - di Stefano Olivari

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Grande equilibrio o grande mediocrità? A quasi un terzo del campionato ammucchiata in testa alla classifica: Napoli primo a 26 punti, Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio seconde a 25, Juventus sesta a 24. Milan e Bologna, che devono recuperare il loro scontro diretto, sono settime a 18 punti. Fuori da tutto la Roma, che ha non potendo esonerare i suoi dirigenti, ha esonerato Juric. Ammucchiata in testa non significa che otto squadre lotteranno per lo scudetto e in questo senso le nuove quote di LeoVegas sono chiare: dopo lo scontro diretto di San Siro la riconferma dell’Inter è a 1.75 e il quarto scudetto del Napoli a 4.00. Quasi uguali le chance di Juventus, a 7.50, e dell’Atalanta a 8.00, mentre staccatissime sono Milan e Lazio a 26.00, per non dire della Fiorentina a 41.00, del Bologna a 201.00, peggio anche della Roma che è quotata a 101.00.

Napoli-Inter 1-1: Senza Lautaro e Lukaku

Nello scontro al vertice di San Siro si temeva il calcio-fogna, con in testa l’Inter nel secondo tempo con l’Arsenal e il Napoli visto contro la Juventus, invece è venuta fuori una buona partita in cui la squadra di Conte, zavorrata da Lukaku, ancora cancellato da Acerbi, e da una cattiva prova di Gilmour, ha fatto dell’onesto contenimento e ha anche rischiato di vincere. L’Inter ha avuto più occasioni, compreso il rigorino di rito italiano tirato da Calhanoglu sul palo, ma Lautaro Martinez e Thuram sono stati anche loro quasi annullati (grande partita di Rrahmani), ma non ha molti rimpianti: come contro la Juventus e l’Atalanta ha dato la sensazione di essere di più forte delle rivali dirette, ma in sostanza dopo un terzo di campionato è lì con le altre, e fra le altre c’è proprio il Napoli senza coppe.

Roma-Bologna 2-3 – Addio Juric

La Roma avrà presto un terzo allenatore in questa stagione e non è detto che sia l’ultimo. Ivan Juric è infatti stato esonerato dopo la sconfitta all’Olimpico con il Bologna, netta al di là di quanto dice il punteggio. Una sconfitta più dei Friedkin e dei loro dirigenti, oltre che di giocatori che dal dopo De Rossi non ci hanno messo l’anima, Lorenzo Pellegrini (assente con il Bologna, per una febbre diplomatica) su tutti. Poi l’impatto di Juric è stato zero, anzi sottozero vista l’assurda guerra a Hummels e quella forse semi-approvata dal club a Dybala: lanci lunghi per Dovbyk e poco altro, in un ambiente che perde i pezzi in attesa di sapere se la Roma sarà venduta all’arabo della situazione o no. Quello del traghettatore è comunque un ruolo difficilissimo, il fallimento di Juric era quasi annunciato.

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Juventus-Torino 2-0 – L’ultimo derby di Cairo

Urbano Cairo non è riuscito a vincere quello che i tifosi del Torino si augurano sia l’ultimo suo derby come presidente del club granata: 19 anni all’insegna della mediocrità, non tanto adesso quanto a metà degli anni Deic, quando farsi strada dietro alla Juventus non era impossibile per chi avesse un progetto serio. Il Torino il derby non l’ha di fatto giocato, al di là della differenza tecnica fra le due rose, e la mitica mano di Vanoli si vede sempre di meno: 7 sconfitte nelle ultime 8 partite giocate, encefalogramma piatto, senza Zapata questa squadra non tira più in porta. Quanto alla Juventus, si è rivista la difesa di inizio stagione e alcuni uomini stanno benissimo, migliorando di partita in partita, su tutti Cambiaso, Weah e Locatelli.

Cagliari-Milan 3-3: Il caso difesa

Il pazzo pareggio del Milan a Cagliari, 2 punti davvero buttati senza nulla togliere ai meriti del Cagliari che ci ha creduto e che ha comunque altri obbiettivi, è figlio di una difesa scadente nell’organizzazione e soprattutto nei singoli, tutti sotto ai loro standard di campioni di veri (Theo Hernandez) e di campioni presunti (tutti gli altri: Emerson Royal, Thiaw e Pavlovic), con errori tecnici che si sommano a una scarsa concentrazione. In ogni caso squadra che vive di fiammate, come quella di Madrid e come quelle del suo maggior talento, un Rafael Leão recuperato almeno fino al prossimo caso Leão. Ma l’unico vero caso è la scarsezza del reparto arretrato, con un allenatore che non sa trovare la formula giusta per proteggerlo.

Atalanta-Udinese 2-1: Vittoria da grande

Per Gasperini sesta vittoria consecutiva in campionato, con una prestazione per una volta davvero modesta. Una di quelle partite brutte, sporche e cattive che le squadre da scudetto vincono, anche con clamorosi errori arbitrali come il rigore non dato all’Udinese per il fallo di mano di Hien. E quest’anno l’Atalanta le vince, anche se per via degli infortuni (ultimi quelli di Djimsiti, Zappacosta e Zaniolo) sta un po’ perdendo i pezzi.

Fiorentina-Verona 3-1: Kean il guerriero

Nel gruppo delle seconde spicca per la sua improbabilità la Fiorentina, che con Moise Kean ha trovato l’ennesimo grande attaccante della sua storia. Per l’azzurro, finalmente preso in considerazione da Spalletti, tripletta e soprattutto una maturazione umane che colpisce più dei gol, che lui ha sempre fatto. È uscito bene dal contraccolpo dopo l’inizio da ragazzino prodigio, ma intorno a lui è tutta la Fiorentina che gira, grazie anche ad una rosa di qualità media ma molto profonda, che Palladino non ha paura di far ruotare: contro il Verona la formazione era quasi totalmente diversa che in Conference League. Di più: Palladino è uno dei pochi allenatori giovani che non dica, o pensi, cose come “Il mio calcio” e infatti prova sempre a leggere le partite durante il loro svolgimento.

Lecce-Empoli 1-1 – L’ultima di Gotti

Il Lecce ha senz’altro una delle tre peggiori rose della Serie A ed è per questo l’esonero di Luca Gotti, oltretutto dopo l’1-1 con l’Empoli in cui i giallorossi hanno anche avuto tantissima sfortuna, è abbastanza strano. Senza contare il contratto fino al 2027 da onorare, non un dettaglio per un club attento al centesimo, e il grande rapporto fra Gotti e il vero padrone del Lecce, il direttore dell’area tecnica Pantaleo Corvino. Gotti era a Lecce dallo scorso marzo e aveva condotto la squadra alla salvezza, poi aveva accettato il prolungamento del contratto senza chiedere particolari garanzie tecniche. In questo campionato 9 punti in 12 partite, ma forse nemmeno Guardiola ne avrebbe fatti di più.

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Articolo Pubblicato il: 11 Novembre 2024
Scritto da: Stefano Olivari
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop.

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