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Commento della 2° Giornata di Serie A 2024-25 di Stefano Olivari | LeoVegas Blog Sport

LA SERIE A 2024/25 DOPO LA SECONDA GIORNATA

Il panettone di Fonseca

Paulo Fonseca sarà il primo esonerato in Serie A di questa stagione? Di sicuro il Milan visto a Parma è stato, al di là della sconfitta, peggiore di quello già modesto che aveva strappato il pareggio contro il Torino. Una brutta copia, anche a livello tattico, del Milan di Pioli, e con una fase difensiva imbarazzante, con poco lavoro della linea dei trequartisti, gli esterni difensivi troppo alti e i difensori centrali esposti a brutte figure, con Pavlovic che però ha fatto una buona partita. La squadra, che adesso LeoVegas quota a 9.00 per lo scudetto, si è rinforzata, ma l’allenatore finora trasmette poco. Se Ibrahimovic deve giocarsi già in agosto la carta dei discorsi motivazionali significa che il problema è serio. Più felici gli americani del Parma, anche per avere finora vinto la scommessa di riconfermare la squadra della B, peraltro pagata a carissimo prezzo.

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Il gran rifiuto di Dybala

Alla Roma i festeggiamenti per il no di Paulo Dybala ai soldi arabi sono stati interrotti dalla sconfitta dell’Olimpico contro un Empoli che nel primo tempo ha letteralmente dominato, prima di soffrire davanti alla maggiore qualità dei singoli di De Rossi, peraltro messi malissimo in campo. Sul risultato giallorosso ha inciso la sfortuna, sottoforma di legni e di situazioni girate male, ma in generale si può dire che la squadra stia giocando peggio rispetto alla somma del valore dei suoi singoli e che prima o poi il bonus di credibilità giallorossa di De Rossi si esaurirà.

Thiago Motta liquido

La definizione di ‘calcio liquido’ in passato non ha portato troppo bene alla Juventus, pensando all’annata di Pirlo allenatore, ma con Thiago Motta le cose stanno per il momento funzionando, in attesa che tutto il mercato sia definito. A Verona altra eccellente partita in fase di costruzione, con una formazione probabilmente molto lontana da quella definitiva nella testa di Giuntoli: comunque un segnale importante che il dopo Allegri, ma sarebbe meglio dire il dopo Andrea Agnelli, è iniziato. Quanto al Verona, reduce dall’impresa sul Napoli, Zanetti aveva pensato ad una onesta partita difensiva ma la differenza di atteggiamento e di valore tecnico era troppa.

La mano di Conte

Magari il Napoli non sarà da scudetto, ma di sicuro non sbracherà come quello dell’anno scorso che usava i vari Garcia, Mazzarri e Calzona come alibi. Il segnale lanciato da Antonio Conte con il 3-0 al Bologna è di quelli chiari, oltretutto con le firme di Di Lorenzo e Kvaratskhelia, due rimasti al Napoli soltanto per fiducia nei confronti di un allenatore che è temuto dallo stesso De Laurentiis, cosa mai successa in due decenni di Napoli. Imbarazzante il Bologna, non per avere perso al Maradona ma per le vibrazioni trasmesse: il dopo Thiago Motta, Zirkzee, Calafiori sarà durissimo, anche per chi è rimasto.

I cambi di Inzaghi

I campioni d’Italia hanno eseguito il compitino superando un Lecce appartenente a un pianeta diverso, giocando peggio che in occasione del pareggio con il Genoa. C’era curiosità per la partita di Taremi, schierato al posto del mezzo infortunato Lautaro Martinez, e l’iraniano ha fatto il suo, creando la situazione per il gol dell’1-0 di Darmian e muovendosi discretamente. Simone Inzaghi, al di là delle scelte obbligate, continua nella sua strana politica ‘Zero turnover’, mentre il Lecce nella fase di costruzione è stato zero e basta, anche se la salvezza non passa da San Siro. A Gotti serve qualche gol in più e Corvino si è inventato Rebic.

Dimensione Lazio

Nessuno ha ancora capito la dimensione di una Lazio ormai quasi totalmente diversa da quella del secondo posto di Sarri di due stagioni fa. Una sconfitta come quella di Udine è figlia di scarsa personalità e non a caso Baroni l’aveva quasi raddrizzata con le sostituzioni, da quelle azzeccate (Isaksen) a quelle per preparare il futuro (Dia), dopo un inizio terribile. Sta comunque sorprendendo Runjaic, anche se adesso tutti sostengono di sapere come giocasse il suo Legia Varsavia.

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Figurine a Como

Il Como guidato da Fabregas sarà anche un team di figurine, alcune delle quali molto sbiadite, ma a Cagliari ha dato un bel segnale di vita strappando un 1-1 con un buonissimo secondo tempo contro una squadra organizzata come il Cagliari di Nicola. Se il Como riesce a resistere a questa prima stagione di ritorno in Serie A poi gli Hartono daranno fastidio a tanti.

Silenzio su Cairo

Contestazione anche a Torino, ovviamente contro Urbano Cairo, ma non per la prova dei granata contro l’Atalanta, con a 2-1 in rimonta e grazie anche ad un po’ di fortuna, oltre al rigore sbagliato da Pasalic nel recupero. La contestazione, rigorosamente silenziata dal 90% dei media italiani, riguarda i 19 anni di Cairo da proprietario del Torino, che di fatto gli fu regalato sulle ceneri dell’era Cimminelli: un’era senza trofei, e questo per una realtà come il Torino (quattordicesimo pubblico d’Italia, dal punto di vista televisivo) ci può stare, ma anche senza ambizioni, progetti, identità, al di là delle cessioni di Buongiorno e Bellanova. Atalanta non male, ma una squadra da scudetto in vantaggio 0-1 queste partite le deve portare a casa. Se no non è da scudetto, molto semplice.

Fiorentina in uscita

La squadra viola è stata contestata dal suo pubblico, non soltanto per lo 0-0 con il Venezia, ma per il clima di provvisorietà che si respira e che è stato certificato dalla cessione di Nico Gonzalez alla Juventus. Non è per questo che la squadra di Palladino rischia di essere buttata fuori dalla Conference League, ma certo a Firenze non ci sono né chiarezza da parte di Commisso né entusiasmo. Un errore, anche da parte di Italiano, chiudere il ciclo di Italiano. Quanto al Venezia, si sta notando un Di Francesco per una volta calato nella parte dell’allenatore da salvezza, con grande attenzione alla fase difensiva anche se c’è stato bisogno delle prodezze di Joronen per uscire vivi dal Franchi.

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Aziendalista Gilardino

Per il Monza salvarsi sarà dura, al di là della sconfitta casalinga con il Genoa, di fronte davvero a quattro gatti come spettatori. L’attacco di Nesta non gira, anche se l’ossatura della squadra è sempre la stessa e quindi c’è qualche possibilità di superare tre ‘cadaveri’. Sorprende il Genoa, con l’aziendalista (suo malgrado) Gilardino che riparte senza Retegui e Gudmundsson, cioè l’attaccante della pur svalutata Nazionale ed uno dei migliori giocatori della scorsa Serie A.

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Articolo Pubblicato il: 28 Agosto 2024
Scritto da: Stefano Olivari
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop.