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Metodo Van Dorn alla Roulette

Metodo Van Dorn alla Roulette

La maggior parte dei metodi per vincere alla roulette si basa sulle chance semplici, più semplici da memorizzare e ovviamente soggette a minori ritardi nelle uscite di un determinato esito. Non è così con il Metodo Van Dorn, che si basa invece sull’osservazione dei numeri e sull’attuazione di una strategia in base agli ultimi numeri usciti. Vale il solito discorso: la pallina non ha memoria, ma l’evidenza empirica spesso è competitiva con la matematica.

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Come funziona il Metodo Van Dorn nella roulette

Essendo basato sui numeri già usciti, nel Metodo Van Dorn sono importanti i colpi di attesa, cioè quelli a cui si assiste al nostro tavolo di un casinò fisico o online senza puntare fiches. Dopo 5 colpi di attesa, secondo la versione ortodossa del metodo, quindi con 5 numeri usciti (da tenere in considerazione anche lo 0), si può iniziare a giocare ed in teoria non si può dire quante fiches saranno impegnate nel primo colpo perché il Van Dorn prevede che si giochino i 5 numeri usciti, e quelli che li precedeono e li seguono. Esempio: se uno dei primi 5 numeri è il 10 si giocheranno 9, 10 e 11. Nel caso del 36 si giocheranno 35, 36 e 0. Va da sé che il numero totale di fiches da mettere sul tavolo può variare da 9 a a 15.

Esempi pratici del metodo

Per entrare nelle pieghe del Metodo Van Dorn un esempio pratico vale più di tante spiegazioni. Mettiamo che dai nostri 5 colpi di prova escano come numeri 7, 10, 22, 29 e 30. Questo significa che entreremo in gioco puntando una fiche su 6, 7, 8, 9, 10, 11, 21, 22, 23, 28, 29, 30 e 31, quindi in totale 13 fiches: sono infatti da evitare le duplicazioni, sul 29 e 30 le abbiamo evitate. È il momento del primo giro di roulette vero, vero almeno dal nostro punto di vista: se esce uno dei 13 numeri chiudiamo la partita con un utile di 23 pezzi (36 di vincita meno i 13 giocati), se ne esce uno degli altri 23 passiamo alla seconda puntata. Seconda puntata, nessun raddoppio, rimaniamo in campo con 13 fiches sui 13 numeri prescelti. Se ne esce uno dei 13 chiudiamo la partita con un utile (36 di vincita meno i 26 giocati nei due colpi). Se invece ne esce di nuovo uno degli altri 24 allora passiamo al terzo, iniziando con un raddoppio che sarà portato avanti fino al primo colpo vinto. Nel terzo colpo giocheremmo 26 fiches, 2 su ognuno dei 13 numeri scelti: in caso di vittoria chiuderemmo la partita a più 18 (70 di vincita meno i 52 giocati nei tre colpi), in caso di sconfitta andiamo avanti. Nell’eventuale quarto colpo i pezzi in campo sarebbero 52, 4 su ognuno dei 13 numeri: se si vince si lascia la partita con un utile di 36 (140 meno i 104), se si perde e si rimane dentro. Nell’eventuale quinto 104 pezzi, 8 su ognuno dei 13 numeri: se si vince si chiude con un più 72 (280 meno 208). Se si perde altro raddoppio. Potremmo andare avanti all’infinito, ma bisogna dire che nella media il Van Dorn porta all’utile intorno al quinto colpo. Certo quando le cose già di loro vanno male con il Van Dorn possono andare malissimo.

Vantaggi e svantaggi del Metodo Van Dorn

Il vantaggio principale del Metodo Van Dorn è quello di sganciarsi dagli schemi di gioco basati sulle chance semplici, attaccando il casino sui numeri. Fra i suoi pro anche la relativa semplicità ed il fatto di essere applicabile molto bene nei casinò online. Lo svantaggio è quello di arrivare in breve tempo ad esposizioni clamorose, con il rischio di saltare. In concreto il Van Dorn non ha dimostrazione matematica che dimostri che possa battere il banco, ma la realtà di giocatori accompagnati alla porta, reale o virtuale, dice che nella singola serata questo sistema dà molto fastidio. Da provare, ma con capitale elevato e nervi saldi. Nel Van Dorn più che in altri casi è produttivo giocare più partite in contemporanea, visto che gli ultimi 5 numeri usciti cambiano ad ogni colpo e quindi ad ogni colpo si può iniziare un nuova partita, on necessariamente avendo chiuso quella vecchia. La vincita non è garantita mentre lo è il brivido: il Van Dorn, più diffuso in Italia che altrove, non si limita infatti ad inseguire un attivo di bilancio, ma a fare male ai casinò.

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