Per John Arne Riise, il suo ex compagno di squadra Steven Gerrard è senza dubbio il centrocampista più completo se messo a confronto con Paul Scholes e Frank Lampard. Secondo l’ex difensore, nessuno dei due avrebbe potuto fare ciò che Gerrard ha fatto per il Liverpool.
"Per me, non c'è ombra di dubbio su chi sia il centrocampista più completo tra Paul Scholes, Frank Lampard e Steven Gerrard: è Stevie G", ha dichiarato Riise.
"Sono sicuro che Steven avrebbe potuto fare ciò che Lampard e Scholes hanno fatto per Chelsea e Manchester United,” – ha continuato il norvegese – “ma non credo affatto che Lampard e Scholes avrebbero potuto fare ciò che Gerrard ha fatto per il Liverpool, e ciò dimostra quanto fosse straordinario come giocatore e l'influenza che aveva sulla squadra e sul club."
Riise ha proseguito: "Stevie aveva tutto. Alcuni giocatori magari possiedono una caratteristica più spiccata, ma lui le aveva tutte: non c'era nulla che non potesse fare. Poteva contrastare, colpire di testa, passare, tirare, scattare, correre all'infinito, servire assist e segnare gol a un livello che non avevo mai visto prima”.
E ancora: "La sua personalità era contagiosa e migliorava tutti quelli intorno a lui. Ogni giorno arrivava agli allenamenti volendo essere il migliore in campo e, se non lo era, cercava di capire perché e di assicurarsi di diventarlo. Era incredibile con noi compagni di squadra e sapeva sempre cosa dire al momento giusto. Nei momenti di grande pressione in partite chiave lui c’era sempre – vedi il gol contro l’Olympiakos, quello in finale di Champions League, le reti nella finale di FA Cup contro il West Ham. Non ci ha mai, mai deluso, e facevamo affidamento su di lui”.
"Ho giocato con lui per sette anni e l'ho conosciuto molto bene,” – ha detto l’ex difensore – “ed è di gran lunga il migliore con cui abbia mai giocato e il più completo in assoluto, sia dentro che fuori dal campo."
L'ex giocatore del Liverpool è stato protagonista della storica rimonta nella finale di Champions League del 2005 a Istanbul e ha raccontato cosa è stato detto nell'intervallo, quando la squadra si trovava sotto di tre gol.
"Quando sei seduto nello spogliatoio all'intervallo, sotto 3-0 contro la miglior difesa del mondo, non hai molte speranze! Onestamente, avremmo accettato il 3-0", ha spiegato Riise.
E ancora: "Se avessimo pareggiato nel secondo tempo, saremmo stati contenti, considerando la situazione in cui ci trovavamo. Ma il calcio è uno sport strano, e quella finale lo ha dimostrato. Il nostro obiettivo era non perdere il secondo tempo e non subire un'umiliazione con sei o sette gol di scarto."
"Mentre uscivamo per il secondo tempo, Stevie [Steven Gerrard] e altri giocatori dissero che i gol possono cambiare tutto, anche la fiducia,” – ha ricordato l’ex romanista – “quindi l’importante era segnarne uno e vedere cosa sarebbe successo. Poi ne segnammo tre in sei minuti, e penso che quella prima rete ci diede energia, mentre rese il Milan davvero nervoso."
"Dopo la vittoria, venne fuori ogni mia emozione", ha aggiunto Riise. "Ero completamente esausto dopo aver giocato 90 minuti, i supplementari e i rigori. Volevo davvero assaporare ogni momento e festeggiare con i miei compagni e la mia famiglia, ma c'erano così tante cose da fare prima, come parlare con i giornalisti. L'hotel in cui soggiornavamo aveva organizzato una grande festa. Molti dei ragazzi stavano festeggiando, ma io onestamente non riuscivo nemmeno a stare in piedi. Ero così stanco fisicamente ed emotivamente che andai a dormire."
E per chiudere la carrellata di ricordi di quel leggendario trionfo dei Reds: "La sera successiva, dopo il tour con il bus scoperto a Liverpool, uscimmo tutti insieme e fu in quel momento che realizzammo davvero cosa avevamo fatto. È una sensazione irreale perché nessuno si aspetta che tu vinca la Champions League, soprattutto in quel modo. Ancora oggi mi do un pizzicotto per assicurarmi che sia successo davvero. Quando giochi, forse non realizzi subito cosa significhi vincere la Champions League. Sono sempre sorpreso da quanti articoli vengano ancora scritti su quella finale, quindi poter dire di aver fatto parte di quella storia e aver vinto in quel modo è qualcosa che io e tutta la squadra custodiremo per sempre."
Tornando all’attualità, secondo Riise “il Liverpool non ha ancora avuto un vero calo di forma in questa stagione. Non è stato al meglio nelle ultime partite, ma il fatto che abbia comunque conquistato punti contro Everton e Aston Villa non è affatto negativo”.
L’ex terzino sinistro ha dichiarato: “Continuo a vedere il Liverpool come il grande favorito per vincere il campionato. Per farsi sfuggire il titolo, i Reds dovrebbero perdere punti e l’Arsenal vincere tutte le partite, e non credo che i Gunners possano riuscirci, quindi non mi preoccupo troppo di questo lieve calo di forma.”
“L’Arsenal è stato falcidiato dagli infortuni e penso che questo potrebbe costargli il titolo. Per fortuna il Liverpool non ha avuto troppi problemi in questo senso anche se, guardando la squadra, penso che, a parte Virgil van Dijk, qualsiasi giocatore possa essere sostituito”, ha continuato il norvegese.
Per l’ex capitano della nazionale norvegese, “forse si potrebbe sentire la mancanza di Mohamed Salah, per i gol che segna, ma se dovesse essere indisponibile, potrebbe essere sostituito da qualcuno che contribuisce di più in fase difensiva. Penso che, se Van Dijk resta in forma, il Liverpool non avrà problemi.”
Riise ha parlato anche del momento difficile di Darwin Nunez e ha ipotizzato che l’uruguaiano stia trovando troppo dura la pressione di giocare per un club della grandezza del Liverpool: “Al momento Darwin [Nunez] ha chiaramente problemi di fiducia, ma tanti giocatori attraversano periodi difficili, fa parte della vita di un calciatore”.
Nelle parole dell’ex Reds: “Quando un mio compagno di squadra era in difficoltà, cercavo sempre di fargli fare qualcosa al di fuori del calcio, come giocare a biliardo o a golf, perché più parli di un problema, più finisce per diventare un pensiero fisso”.
“Darwin sa benissimo che sta attraversando un periodo complicato. Non ha bisogno che gli altri giocatori del Liverpool glielo ricordino. Devono solo cercare di renderlo felice e fargli tornare il sorriso”, ha continuato il 44enne. “Sfortunatamente, tutta questa pressione e i riflettori puntati su di lui fanno parte dell’essere in una grande società. Devi saper gestire la pressione, e se non ci riesci, allora probabilmente non sei fatto per giocare in una squadra come il Liverpool.”
Il norvegese ha raccontato: “Quando sono arrivato al Liverpool, non sapevo davvero quanto il club fosse grande. Sono stato fortunato perché all’epoca non esistevano i social media, quindi erano solo i giornali a criticare un giocatore se non giocava bene. E se non volevi leggerli, bastava evitarli.”
“Oggi non è più così” – ha detto Riise – “ogni volta che apri il telefono, trovi un’opinione su di te e non puoi farci niente. La gente non si rende conto di quanto sia difficile giocare nelle grosse società di calcio, e molti giocatori faticano a gestire la pressione”.
Per l’ex terzino, “tanti vogliono giocare nella tua posizione e credono di essere all’altezza, quindi se non giochi al livello richiesto, questi grandi club hanno i soldi per andare a prendere un altro giocatore. Molti pensano di avercela fatta solo perché firmano per squadre come Real Madrid o Barcellona, ma posso dire con certezza che è proprio lì che il lavoro inizia davvero. Non sto dicendo che per Nunez sia così, ma è solo per spiegare quanto possa essere difficile gestire la pressione di giocare per questi club, anche per i giocatori più forti.”
Riise ha parlato anche dell’attuale allenatore del Liverpool, Arne Slot e, dopo averlo incontrato di recente, non ha esitato a elogiare l’olandese, paragonandolo a Jurgen Klopp e a Pep Guardiola.
“Non sapevo molto di Arne Slot prima che arrivasse, ma è impossibile non esserne rimasti impressionati,” ha detto Riise. “Credo che nessuno si aspettasse che avrebbe migliorato così rapidamente la squadra e che i giocatori avrebbero recepito le sue idee così in fretta.”
“Ciò che mi ha colpito di più”, ha raccontato il norvegese, “è che sembra abbia tutto totalmente sotto controllo. L’ho incontrato per la prima volta ad Anfield prima di Natale ed è una persona incredibilmente gentile ed educata. Sono rimasto impressionato dal modo in cui parlava di calcio. Non ci sono molti allenatori che potresti ascoltare parlare di calcio per ore, a parte Jurgen Klopp e Pep Guardiola, ma Arne è sicuramente uno di loro.”
“Il Liverpool raramente sbaglia quando si tratta di scegliere un allenatore, ma nessuno di noi si aspettava che Arne riuscisse a rendere la squadra così dominante in così poco tempo”, ha spiegato il 44enne. “Con Jurgen era incredibile da vedere, ma il suo stile era più frenetico e i giocatori ne risentivano per come si comportava a bordo campo. Arne, invece, è molto più calmo e si vede che i giocatori hanno preso questa mentalità, gestendo meglio il possesso e senza attaccare in modo forsennato fin dal primo minuto. Dà sempre la sensazione di essere completamente in controllo di tutto ciò che sta facendo, e finora penso sia stato straordinario”, ha concluso l’ex calciatore.
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