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Sfondo arancione con impronta di zampa rossa.

La Serie A 2025/26 dopo il primo turno

  • 26 Agosto 2025 - di Stefano Olivari

SCOMMESSE CALCIO

REGISTRAZIONE

La Serie A riparte con Napoli e Inter ancora sopra tutti, per quello che valgono queste considerazioni a calciomercato ancora in corso. La sensazione è comunque quella di un campionato apertissimo, con una sempre più nutrita classe media a cui si è aggiunto ufficialmente il Como, quindi con due o tre squadre pesanti destinate a rimanere fuori dall’Europa che conta. Sentenze premature, concentriamoci quindi sul presente.

L’Inter di Inzaghi

Per il momento l’Inter di Chivu sembra la stessa di Simone Inzaghi, anzi lo è: il 3-5-2 con cui ha asfaltato 5-0 il Torino sarebbe stato ottenuto con una formazione uguale a quella di Inzaghi se non fosse stato squalificato Calhanoglu e anche le trame di gioco sono le stesse, tanto palleggio e accelerazioni improvvise, con i momenti decisivi sui calci d’angolo o sulle sgasate di Marcus Thuram, il grande assente (pur presente) nel finale della scorsa stagione. Una squadra che non sorprende visto che è una finalista di Champions League che facendo cose normali lotterà per lo scudetto, cercando nel contempo di inserire i giovani e costosi acquisti: Sucic è piaciuto molto come interno destro, mentre Luis Henrique e Bonny faticheranno a trovare spazio, anche se il francese, subito a segno, sembra avere lo spirito giusto. Una squadra quindi che va con il pilota automatico, anche se quell’atmosfera da fine ciclo non è ancora andata via. La scelta del neo-azioniosta Marotta è stata chiara: un’Inter che rimanendo uguale a sé stessa deve contendere il titolo al Napoli.

Sempre McTominay

L’uomo decisivo dei campioni d’Italia è sempre McTominay, il centrocampista che si inserisce e spacca le partite dal copione prevedibile. De Bruyne, il grande colpo mediatico per cambiare l’immagine del Napoli anche a livello internazionale e attirare un certo tipo di giocatore, si è presentato bene, ma è chiaro che De Laurentiis deve chiudere il mercato con un botto in attacco, Hojlund o non Hojlund. A maggior ragione dopo l’infortunio di Lukaku, il feticcio di Conte. Lo 0-2 sul campo del Sassuolo è stato ottenuto in assoluta sicurezza, da squadra con un atteggiamento simile a quello dell’anno scorso e che di sicuro non ripeterà l’anmmo post Spalletti.

Yildiz nel caos

Tudor non è allenatore da invenzioni e del resto questa Juventus in pieno caos per via del mercato, dal caso Vlahovic a tutti gli altri, di tutto ha bisogno tranne che di allenatori che facciano i fenomeni in libertà. Il 3-4-2-1, il recupero di Bremer, la creatività di Yildiz: il 2-0 al Parma è un buon inizio, al di là del gioco un po’ lento, ma la stagione bianconera passa dal modo in cui la società si libererà in pochi giorni delle zavorre sportive e finanziarie lasciate da Giuntoli.

Lago per ricchi

Il Como ha destato una grossa impressione in quello che contro la Lazio potrebbe essere quasi considerato uno scontro diretto per l’Europa League, vinto 2-0 con un gioco da Barcellona e un Nico Paz stellare, pronto per il Real Madrid in cui andrà di sicuro la prossima estate. Per il momento se lo gode Fabregas, il sogno proibito (proibito dagli Hartono, non certo da Fabregas che era prontissimo a spostarsi di pochi chilometri) dell’Inter. Certo è che l’allenatore catalano ha avuto a disposizione un budget di mercato che Sarri nemmeno si può sognare e non soltanto perché il mercato della Lazio è stato bloccato per irregolarità amministrative.

Milan dimezzato

La più sorprendente delle prime in classifica è senza dubbio la Cremonese di Nicola, ma la sconfitta (1-2) a San Siro ha penalizzato il Milan oltre i propri demeriti, per quello che si è visto in campo: come l’anno scorso con Fonseca e Conceicao il Milan è stato discreta da metà campo in su, ma in difesa è rimasta scadente nei singoli. Più preoccupante ciò che accade fuori dal campo, visto che sono stati ceduti due dei quattro migliori della squadra (Theo Hernandez e Reijnders) e sono arrivate soltanto mezze figure in attesa di Harder dallo Sporting Lisbona. Insonna, Allegri è (o era?) un bravissimo gestore, ma devono dargli qualcuno da gestire.

Gasperini pentito

Il tirato 1-0 contro il Bologna all’Olimpico è stato utile alla Roma per i tre punti ma certo non per accontentare un Gasperini che da qualche giorno sta maledicendo la sua scelta di lasciare l’Atalanta per infilarsi in una situazione caotica, senza strategie di mercato chiare e comunque con disponibilità più limitate rispetto all’Atalanta. In tutto questo Ranieri sembra scomparso: da allenatore della Nazionale per una notte, prima di un gran rifiuto in realtà figlio di cattivi segnali da parte della FIGC, a consigliere, o come si usa dire adesso senior advisor, a fantasma. Gasperini l’ha scelto lui e non può segargli la panchina subito.

L’anno di Juric

Dopo i disastri con Roma e Southampton, non crediamo che Ivan Juric riuscirà a fare male anche con l’Atalanta, che nella sostanza è rimasta quella dello scorso anno più i recuperi di Scalvini e Scamacca e qualche acquisto mirato tipo Zalewski e Krstovic. Il tutto in attesa di definire, in un modo o nell’altro la questione Lookman. Il Pisa di Gilardino, ormai ex emergente, ha fatto un’onesta partita da provinciale di una volta, ma questo non toglie che l’1-1 significhi per l’Atalanta due punti buttati. Come per Inter e Napoli, il plus dei bergamaschi è proprio quello di avere cambiato poco, ma forse hanno sbagliato l’allenatore del dopo-Gasperini.

Pioli d’Arabia

L’Arabia Saudita non ha mai migliorato nessuno e questo è vero anche nel caso di Stefano Pioli, tornato piuttosto arrugginito dalla lucrosa esperienza all’Al-Nassr. Il Cagliari dell’osservato speciale Pisacane avrebbe strameritato di vincere, poi siccome il calcio è questo ha pareggiato grazie al gol di Luperto al 94’. La squadra di Pioli, a tre giorni dalla buona prestazione di Europa League contro nessuno, è andata in campo con la stessa formazione e questo è stato il primo errore. Poi ci hanno messo del loro anche i giocatori, con Fagioli e Gudmundsson nettamente sotto ai loro standard. La rosa è comunque buona e a seconda di qualche incastro può andare dalla qualificazione all’Europa League a un campionato in stile Torino e Udinese.

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La faccia di De Rossi

La Roma a Cagliari poteva anche vincere, ma il problema non è lo 0-0 quanto che mezza squadra sia sul mercato, a partire da Dybala per continuare con Abraham, Celik, Smalling, Bove, Zalewski… quasi uno smantellamento della Roma di Mourinho nel nome di un progetto su cui De Rossi deve mettere la faccia senza averlo capito, questo progetto. Ammesso che sia qualcosa di diverso dalla navigazione a vista triangolando con società amiche.

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Articolo Pubblicato il: 25 Agosto 2024
Scritto da: Stefano Olivari
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop.