Indietro
Commento della 33° Giornata di Serie A 2024-25 | A cura di Stefano Olivari

La Serie A dopo la trentatreesima giornata

SCOMMESSE CALCIO

REGISTRAZIONE

La Serie A 2024/25 dopo il trentatreesimo turno

La morte di Papa Francesco, il lunedì dopo Pasqua, facendo rinviare a mercoledì quattro partite (Cagliari-Fiorentina, Genoa-Lazio, Parma-Juventus e Torino-Udinese), con modalità discutibili, ha spezzato in due il trentatreesimo turno della Serie A 2024/2025, ma comunque le 6 partite disputate hanno emesso verdetti importanti, a partire da quelli riguardanti la lotta scudetto, che ovviamente ha visto cambiare le quote di LeoVegas: a questo punto, con 5 partite (eventuale spareggio escluso) ancora da disputare le quote di Inter e Napoli sono quasi uguali: 1.80 per la squadra di Simone Inzaghi e 2.00 per quella di Conte.

L’anno di McTominay

A Monza il Napoli ha giocato una partita modesta, in linea con la media delle sue prestazioni negli ultimi mesi, ma ancora una volta è riuscito a portarla a casa grazie a Scott McTominay, che già da un po’ si può definire il grande colpo di mercato dell’estate 2024, ovviamente con il senno di poi. Lo scozzese fuori dall’ambiente tossico del Manchester United attuale è rinato e spesso fra la differenza con il suo fisico e la sua capacità di inserirsi in zona gol, che lo rende un centrocampista con caratteristiche molto rare, un po’ quello che era Milinkovic-Savic per la Lazio. Il resto lo ha fatto la difesa del Napoli, la migliore fra i primi 5 campionati d’Europa, che bilancia un attacco che finora ha segnato 20 gol meno dell’Inter. A Monza, contro una squadra già retrocessa che comunque Nesta sta mettendo in campo con dignità, il Napoli ha mantenuto la porta inviolata per la quindicesima volta in campionato e in generale ha rischiato poco. Conte ha le mani avanti come primo schema, però il calendario sembra davvero in discesa: al Maradona un Torino demotivato, poi trasferta a Lecce, poi in casa contro un Genoa già salvo, trasferta a Parma e chiusura a Napoli contro un Cagliari forse già in vacanza.

Caso Taremi

Nell’Inter la differenza fra titolari e riserve è clamorosa, se ne discute quando Simone Inzaghi fa i suoi cambi per scelta, più o meno programmata, ma la cosa diventa una certezza quando le seconde linee le deve schierare per forza, come accaduto a Bologna nella partita che le ha fatto perdere il primato, che adesso condivide a 71 punti con il Napoli, 7 di vantaggio sull’Atalanta. Al Dall’Ara mancava Thuram per infortunio e sarebbe dovuta essere la partita del riscatto per Correa e Taremi: peccato per Inzaghi che entrambi abbiano fallito per l’ennesima volta sia sotto il profilo dei gol sia sotto quella dell’utilità per la squadra. E così l’unica alternativa affidabile, o quanto meno credibile, in avanti, a fianco di un sempre più stanco Lautaro Martinez è diventato Arnautovic, che qualche gol pesante lo segna e che comunque è meglio inserito nel gruppo. Se i media italiani a reti quasi unificate dicono che Marotta è un fenomeno è che Inzaghi deve vincere tutto la realtà del campo dice che questa Inter ha pochissime alternative, anche per i giocatori-chiave: non esiste un vice Calhanoglu, come Asllani ha più volte dimostrato, così come non esiste un vice Mkhitaryan. A questo punto conta soltanto il calendario e il modo in cui l’Inter uscirà da Coppa Italia e Champions: in campionato Roma e Verona a San Siro, poi Torino in trasferta, Lazio in casa e chiusura con il Como in trasferta. Di certo Inzaghi sta dando all’Inter più di quanto l’Inter (e Marotta) stiano dando a lui.

Spiraglio per Gasperini

L’Atalanta da trasferta è sempre la migliore e anche contro un cattivo Milan lo ha dimostrato, sfiorando il vantaggio più volte prima di chiudere al partita con Ederson. Un passo decisivo verso la qualificazione Champions che per la squadra bergamasca è ormai un’abitudine e che apre uno spiraglio per la permanenza di Gasperini su questa panchina, andando oltre il contratto fino al 2026 che già c’è e la rottura con l’ambiente che è indubbia e difficilmente sanabile. La realtà, dura per tutti, è che l’Atalanta non troverà un tecnico più adatto a lei di Gasperini, e che Gasperini non ha ancora in mano vere offerte: tanti complimenti, ma nessun grande club vorrebbe legarsi a un allenatore di 67 anni con un carattere difficile, di quelli che fanno entrare in rotta di collisione con i giocatori di maggiore visibilità. Come potrebbe allenare a Roma uno che litiga con il Papu Gomez o con Lookman? Con il ritorno nella élite europea entrambe le partite potrebbero mettere da parte un po’ di orgoglio e puntare a uno scudetto che già quest’anno sarebbe stato a portata di mano.

Casting per Furlani

Il Milan legherà il suo futuro europeo soltanto alla vittoria in Coppa Italia, superando l’Inter in semifinale e il Bologna in finale. Perché il suo campionato è già di fatto finito con la modesta partita casalinga contro l’Atalanta, che lo porta a 9 punti dalla zona Champions e anche fuori dalla Conference League. Nemmeno il 3-4-3 ha rianimato i rossoneri e sarebbe ridicolo dare la colpa di tutto all’assenza di un direttore sportivo. Certo è che non è possibile che il casting per il nuovo uomo di calcio del Milan possa durare due mesi, fra incontri poco segreti e cambi di idea senza senso, come quello su Paratici. La scomparsa di Ibrahimovic dai radar può essere per il Milan una buona notizia, ma due mesi di colloqui, fra l’altro tutti con gente valida, a partire da Tare, per scegliere il direttore sportivo non depongono a favore della capacità di Furlani e nemmeno dell’unitarietà di gestione di un club che ha troppe anime e una filosofia di fondo non chiara. Rimane il fatto che Sergio Conceicao stia facendo peggio di Fonseca come media punti (1,58 contro 1,75), media gol fatti e media gol subiti. I numeri poi non dicono di un clima da fine stagione che si nota già da quando la stagione non era ancora finita. La Coppa Italia può renderla meno amara, ma l’assenza di dirigenti validi può farla replicare l’anno prossimo.

Finale da Ranieri

La poco memorabile vittoria sul Verona permette di dire che la Roma non perde da 17 giornate e che è nettamente la squadra italiana migliore degli ultimi tre mesi, come media-punti se non come qualità del gioco. Certo il calendario ha aiuto, visto che ai giallorossi adesso rimangono da affrontare Inter, Fiorentina, Atalanta e Milan, ma questo non toglie che contro le medie e le piccole la squadra di Ranieri sia una sentenza. La Champions è a 3 punti di distanza, mentre l’Europa dipende soltanto dai propri risultati: una situazione quasi impensabile, figlia di un allenatore che pensa al presente mentre il futuro è ancora avvolto dal mistero. Che non riguarda l’allenatore, con tutto il rispetto per le scelte di un serio professionista di 74 anni, ma la proprietà. I Fridekin non sono più così convinti che la Roma sia un grande business, anche se certo ha portato loro più visibilità internazionale rispetto all’Everton: lo stadio nuovo ancora sul vago, la squadra da rifare, i dirigenti del futuro ancora da scegliere. La Roma di adesso sembra una squadra alleggerita per poterla vendere meglio, agli arabi della situazione, magari con Totti come frontman. E una squadra in Champions si vende meglio.

SCOMMESSE CALCIO

REGISTRAZIONE

Ti è piaciuto questo articolo? Allora ti consigliamo allora di scoprire la nostra sezione del blog dedicata allo sport, al calcio ed ai pronostici sugli ultimi match sulla Serie A.

Potrebbero interessarti anche: