5 Maggio 2025 - di Stefano Olivari
Dopo le partite del trentacinquesimo turno lo scudetto sembra già assegnato al Napoli, dopo la vittoria di Lecce (0-1), che lascia a 3 i punti di vantaggio sull’Inter vittoriosa 1-0 in casa sul Verona: secondo LeoVegas la quota scudetto della squadra di Conte è 1.15, contro il 5.00 di quella di Simone Inzaghi.
Molto più incerta la lotta per la Champions, alle spalle dell’Atalanta terza con 5 punti di più di Juventus, Lazio e Roma, e comunque per i piazzamenti europei, senza dimenticare quella per evitare di fare compagnia al Monza in Serie B.
Fra i tanti gol del Napoli che saranno ricordati come i gol di questo scudetto il calcio di punizione di Giacomo Raspadori a Lecce è di sicuro l’ultimo in una partita difficile, visto che la squadra di Giampaolo si doveva e si deve salvare e ha davvero messo in difficoltà quella di Conte.
Che con 3 punti di vantaggio sull’Inter deve davvero impegnarsi per perdere questo scudetto, visto che le ultime 3 partite sono contro tre squadre molto inferiori e oltretutto in vacanza, il Genoa già salvo più Parma e Cagliari che presumibilmente saranno salve quando incroceranno il Napoli: tutto può succedere nel calcio, ma a questo punto il Napoli può anche permettersi un pareggio e due vittorie, ammesso e non concesso che vinca anche l’Inter.
Detto questo, anche a Lecce il Napoli ha fatto di necessità virtù: senza Neres, Buongiorno e Juan Jesus si è presentato con il 4-2-3-1 chiudendo con il 5-4-1 dopo l’ingresso di Billing.
Non ha incantato, il Napoli, e raramente lo ha fatto, non ha avuto i picchi di rendimento di Inter e Atalanta, ma ha avuto quel po’ di tranquillità in più derivante dall’essere fuori dall’Europa.
Quanto alla condizione fisica, la squadra sta vincendo ma appare in riserva: contro il Lecce non è piaciuto nemmeno McTominay, che è il volto di questo scudetto, quindi figurarsi gli altri, a partire da Lukaku.
L’Inter tiene vive le sue speranze di scudetto, poche ma statisticamente fondate, facendo il minimo indispensabile a San Siro contro un Verona non ancora salvo ma comunque abbastanza sereno e quasi mai pericoloso.
Simone Inzaghi ha messo in campo una formazione che a tutti gli effetti era un’Inter B, di fatto senza titolari e la cosa non è un dettaglio visto che la differenza fra titolari e riserve è stata la prima causa del calo, poi diventato crollo, nel finale di campionato.
Il successo è arrivato grazie al rigore di Asllani al 9’ e difeso senza troppa fatica e anche senza brillare: la testa di tutti, a partire dal pubblico di San Siro, era alla semifinale di Champions di ritorno contro il Barcellona, ennesima partita dell’anno per un’Inter che rischia di chiudere senza trofei ma che questi trofei se li è giocati quasi fino alla fine.
I segnali mandati all’andata sono stati buoni sotto varii profili, soprattutto quello psicologico, anche se l’infortunio di Lautaro Martinez è stato una botta pesantissima, in ogni caso è presto per parlare del futuro di un Inzaghi messo sotto processo da media che non hanno il coraggio, come del resto avviene ovunque, di attaccare i dirigenti.
Clima da fine ciclo, un ciclo già lunghissimo visto che Inzaghi è il secondo allenatore della Serie A dopo Gasperini per anzianità sulla stessa panchina: entrambi sono i soli nel massimo campionato italiano a essere sulla loro panchina attuale da più di un anno, una statistica quasi incredibile e che andrebbe mostrata a chi straparla di ‘progetti’.
Roma e Lazio continuano a essere appaiate in classifica, avendo battuto di misura Fiorentina e Empoli. Un derby che allo stato attuale, a quota 63 punti, vale per l’Europa League ma potrebbe tranquillamente valere per la Champions.
63 punti come la Juventus, che al Dall’Ara si è fatta riprendere da un eccellente Bologna, che adesso di punti ne ha 62. La squadra di Tudor ha comunque disputato una buona partita, andando in vantaggio con Thuram e avendo più volte l’occasione per il raddoppio: grande assente, pur presente in campo, Kolo Muani il cui arrivo in prestito è stato un fallimento sotto ogni profilo, a partire da quello finanziario.
Poi non è certo una novità che il Bologna di Italiano nel secondo tempo cambi marcia ed è successo anche questa volta, in un ambiente sempre molto carico.
Il sogno Champions resiste anche per la Fiorentina, ottava a 59 punti. Insomma, un’ammucchiata che gli amici leggono come livellamento verso l’alto e i nemici verso il basso.
Per la Champions conta soltanto il quarto posto, come è noto, e fra tutte le partite sono così tante che è presto per mettersi a fare calcoli cervellotici: da segnalare alla trentaseiesima giornata Lazio-Juventus e Atalanta-Roma e alla trentasettesima Inter-Lazio.
Non è invece presto per dire che soltanto per la Juventus mancare la qualificazione Champions sarebbe una tragedia, per questo pescando dal grande libro della retorica si può dire che Lazio-Juventus sia una finale.
Straperdendo con l’Atalanta il Monza ha salutato la Serie A, forse per sempre, dopo tre anni di militanza e quasi per scelta, visto il calciomercato di gennaio che è stato molto simile a uno smantellamento e lo stesso richiamo in servizio di Nesta è sembrato una scelta di basso profilo.
Certo il paracadute da 25 milioni di euro aiuterà a ritrovare il sorriso, ma 25 sono pochi rispetto ai 200 messi nel Monza dal 2018 ad oggi da parte della Fininvest, con Berlusconi che si era posto come obbiettivo la Serie A e che lo aveva anche raggiunto.
Ma da due anni Berlusconi non c’è più e Galliani ha perso smalto, in una realtà che ovviamente ha pochi punti di contatto con il Milan. L’operazione ‘Terza squadra di Milano’ è fallita, non per la retrocessione, ma per il sostanziale disinteresse di pubblico e investitori stranieri.
Se qualche stagione fa il Monza era ciò che sono oggi Parma e Como, oggi è un fardello di cui la Fininvest si vuole liberare al più presto.
Retrocesso il Monza, le altre due condannate usciranno dal terzetto Lecce, 27 punti, Venezia, 26, ed Empoli, 25. Un passo avanti, se così si può dire, lo ha fatto soltanto il Venezia pareggiando 1-1 con il Torino una partita che avrebbe potuto e dovuto vincere, mentre le dirette concorrenti hanno perso.
A questo punto tutti hanno ben chiaro in mente il calendario. Nella trentaseiesima giornata il Lecce va a Verona, contro una squadra che non è ancora salva anche se lo sarà, mentre il Venezia ospita la Fiorentina in lotta per l’Europa, non si sa quale Europa, e l’Empoli ospita un Parma ben messo ma non ancora aritmeticamente salvo.
Nella trentasettesima il Lecce ospita il Torino senza più obbiettivi, il Venezia va in trasferta contro un Cagliari presumibilmente salvo, mentre l’Empoli va a Monza. Tutto probabilmente si deciderà all’ultima giornata, quando il Lecce sarà all’Olimpico contro la Lazio in lotta per l’Europa, magari anche per la Champions, il Venezia ospiterà la Juventus forse in lotta per la Champions, e l’Empoli ospiterà il Verona a questo punto già salvo. Sulla carta il calendario migliore ce l’ha l’Empoli, ma c’è aria di spareggio.
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Articolo Pubblicato il: 5 Maggio 2025 |
Scritto da: Stefano Olivari |
Laureato in Economia e Commercio all'Università Bocconi, ha iniziato a scrivere nel 1994 per La Voce di Indro Montanelli, proseguendo con testate come La Repubblica, Mediaset, Radio RAI e Guerin Sportivo. Nel 2000 ha fondato il sito Indiscreto, punto di riferimento per lo sport e i media. Autore di dodici libri su sport e cultura pop. |
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