Jannik Sinner è il numero 1 del mondo grazie a sé stesso ma anche al suo staff, che nel corso del tempo è cambiato e dopo la vicenda Clostebol è stato nella seconda parte del 2024 quasi rivoluzionato. Di sicuro il tennista italiano è al tempo stesso il capo e il principale prodotto, anzi l’unico, di un’azienda di successo, che nel corso del 2024 ha fatturato circa 41 milioni di euro, fra premi e sponsor. Un’azienda che oltre a Sinner ha quattro collaboratori fissi e almeno tre collaboratori con una certa continuità, senza contare quelli occasionali.
Dal 2022 gli allenatori di Jannik Sinner sono Simone Vagnozzi e Darren Cahill, arrivati in tempi diversi (Vagnozzi il 22 febbraio, Cahill da inizio giugno) a sostituire Riccardo Piatti, lo storico coach di Sinner che lo seguiva dal 2014.
Volendo proprio partire dall’inizio, il primo allenatore di Sinner, a San Candido, quando aveva poco meno di 4 anni di età, è stato Andreas Schönegger. Poi dai 7 ai 13 anni Sinner ha giocato al Tennis Club Bruneck di Riscone di Brunico, guidato da Heribert Mayr.
Massimo Sartori non è mai stato il coach di Sinner ma è stato l’uomo che lo ha messo in contatto con Piatti e quindi a trasferirsi a Bordighera per dedicarsi al tennis a tempo pieno, anche se poi da privatista Sinner è riuscito a diplomarsi in ragioneria.
Sotto la guida di Piatti Sinner è cresciuto e poi esploso, chiudendo il 2021 al decimo posto ATP.
Vagnozzi è un ex giocatore, classe 1983, arrivato fino al numero 161 della classifica ATP, ma le più grosse soddisfazioni se le è tolte allenando.
Prima di Sinner ha lavorato con Marco Cecchinato e Stefano Travaglia, portando il primo a una clamorosa semifinale al Roland Garros (e dalla posizione 180 ATP alla 16) e il secondo alla posizione ATP numero 60.
Fra i coach di Sinner è quello che segue la parte prettamente di campo, a livello di allenamento e di tattica. Come tennista era allenato da Sartori, proprio l’ex allenatore di Seppi, che aveva segnalato Sinner a Piatti e che con Sinner ha mantenuto un buon rapporto, decisivo nella scelta di Vagnozzi per il dopo-Piatti.
Anche Cahill è un ex giocatore come Vagnozzi, di livello però nettamente superiore (nel 1989 è stato numero 22 al mondo, l’anno prima era arrivato in semifinale agli US Open), e anche Cahill è stato molto meglio come coach, lavorando benissimo con Lleyton Hewitt, arrivato in vetta al mondo senza avere un talento scintillante e con altri, fra i quali spiccano Andre Agassi e Simona Halep, senza dimenticare le collaborazioni con Ana Ivanovic, Verdasco e Murray. Pur avendo le competenze per entrare nel discorso tecnico, il suo ruolo nel team Sinner è più quello di supervisore, consigliere e motivatore.
Dopo la fine del rapporto con Umberto Ferrara per il caso doping causato da una pomata incautamente usata il preparatore atletico di Sinner è diventato Panichi, romano di 60 anni di cui 7 passati alle dipendenze di Novak Djokovic.
Ex ottimo saltatore in lungo, nella sua lunga carriera Panichi ha lavorato anche con Francesca Schiavone, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Angelique Kerber.
Curiosità: Ferrara, sostituito da Panichi, è andato a lavorare per Matteo Berrettini che di Sinner è un buon amico.
L’argentino è il sostituto di Giacomo Naldi, anche lui travolto dal caso Clostebol. Come Panichi anche Badio è proveniente dalla squadra di Djokovic, con cui lavorava dal 2017, un Djokovic che per lui ha sempre speso bellissime parole: fra le sue tante esperienze anche quattro anni alle dipendenze dell’ATP e la squadra di calcio del Valencia.
Una figura fondamentale nel mondo di Sinner è qualla di Alex Vittur, amico e manager oltre che in ottimi rapporti con Sartori e Vagnozzi: come si vede, un mondo relativamente piccolo in cui tutti conoscono tutti.
Ex tennista, sia pure di livello molto basso, Vittur è sempre stato lui ad affiancare Sinner nelle grandi decisioni, a partire da quella di lasciare la famiglia e di andare a Bordighera all’Accademia di Piatti.
Come mental coach, da tanti anni, Sinner ha Riccardo Ceccarelli mentre la comunicazione è curata da Lawrence Frankopan.
Da non dimenticare Hanspeter Sinner, il padre di Jannik, cuoco che dal 2024 dopo una vita di lavoro in ristoranti e rifugi ha iniziato a lavorare per il figlio, come cuoco, accompagnatore e tuttofare.
Non possono essere definiti collaboratori ma sono di sicuro fondamentali per Sinner la madre Siglinde e il fratello Mark, che sul circuito si vedono però meno di Hanspeter.
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